“DISEGNARE IL VENTO”
giovedì «Dieci ore innanzi l’infelice era salito lassú, in quell’angolo di bosco remoto e tranquillo, che era un luogo a lui particolarmente caro, ove soleva sovente appartarsi per meditare indisturbato i suoi racconti fantastici». Le cause del tragico gesto erano ancora ignote.Il cronista ha ricordato la vita ritiratissima che il novelliere conduceva, campando del frutto dei suoi racconti. Chi non ricordava di aver letto, con molto entusiasmo negli anni dell’adolescenza e con vivo compiacimento anche piú tardi, le straordinarie avventure di viaggio, i romanzeschi racconti di strane peripezie fantastiche in lontani paesi, che si divoravano in certi vistosi volumi dalle copertine sgargianti e dalle illustrazioni a tinte vivaci, sui quali era scritto, tra mille arabeschi, quel nome simpatico a tutti? Ebbene, di lui che tanto dilettava le menti giovanili avide del nuovo, dell’insolito e dello straordinario, di lui e della sua vita poco si sapeva. Tutti pronunciavano quel nome, ma nessuno si curava dell’uomo. Eppure, garantiva il cronista, la sua vita era stata delle più avventurose.